31 ottobre 2022
Comunità energetiche rinnovabili: parliamone! La nuova normativa sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (abbreviato CER o REC) dà un forte impulso alla generazione distribuita, che favorirà lo sviluppo dienergia a chilometro zero e di reti intelligenti o smart grid. Una Comunità Energetica è un’associazione che produce e condivide energia rinnovabile , per generare e gestire in autonomia energia verde a costi vantaggiosi, riducendo nettamente le emissioni di CO2 e lo spreco energetico. Ne possono far parte semplici cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni, piccole e medie imprese, etc. Chi può costituirla o farne parte: requisiti I membri della Comunità possono essere persone fisiche o giuridiche e più in generale qualsiasi soggetto pubblico o privato che vuole realizzare una Comunità Energetica Rinnovabile. Per esempio, anche semplici persone che abitano nello stesso quartiere e che desiderano promuovere lo sviluppo di una CER possono farlo. Quali sono i passi da seguire? Prima di tutto, bisogna individuare l’area dove si intende installare l’impianto di produzione, che deve essere in prossimità dei consumatori. In linea di massima, i terreni industriali in disuso sono particolarmente indicati: sono infatti sufficientemente grandi per ospitare il futuro impianto rinnovabile e in genere rispettano i requisiti di dimensione, collocazione e destinazione prescritti dalla normativa. La condivisione dell’energia elettrica prodotta deve avvenire utilizzando la rete di distribuzione elettrica esistente e l’autoconsumo di energia rinnovabile avviene virtualmente. L’ impianto non deve necessariamente essere di proprietà della Comunità, ma può anche essere messo a disposizione da uno o più membri partecipanti, o anche da un soggetto terzo. Come costituire una Comunità Energetica Rinnovabile Le persone e gli enti interessati che rientrano nell’ambito dell’impianto possono costituire la Comunità Energetica Rinnovabile, che è un soggetto giuridico. Dal momento che, per legge, lo scopo di una Comunità Energetica non può essere il profitto, le forme più comunemente utilizzate per ragioni di praticità e convenienza sono quelle dell’ associazione non riconosciuta o della cooperativa . Le associazioni non riconosciute possono essere costituite con un semplice contratto registrato presso l’Agenzia delle Entrate e hanno costi di gestione bassi e obblighi di organizzazione relativamente semplici. Tutti gli associati alla Comunità Energetica mantengono i loro diritti di clienti finali, compreso quello di scegliere il proprio venditore di energia elettrica, e possono uscire dalla Comunità quando lo desiderano. Come ottenere gli incentivi Una volta che l’impianto è in esercizio, la Comunità può fare richiesta – anche tramite un’azienda esterna delegata – al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per ottenere gli incentivi previsti dalla legge per l’energia condivisa. Gli incentivi sono riconosciuti solo per l’energia condivisa all’interno della Comunità, cioè quella consumata dai membri nella stessa fascia oraria di produzione. Se la produzione è superiore al consumo, per l’energia eccedente viene riconosciuto alla Comunità soltanto il valore economico dell’energia, senza altri benefici. Da quali fonti rinnovabili attingere La legge sulle Comunità Energetiche non fa riferimento specifico alla tecnologia da adottare, ma quella che si presta a sfruttare meglio i vantaggi del provvedimento è il fotovoltaico .